Impegni ed Eventi
Lun | Mar | Mer | Gio | Ven | Sab | Dom |
---|---|---|---|---|---|---|
1 | ||||||
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
19 |
20 |
21 |
22 |
23 |
24 |
25 |
26 |
27 |
28 |
29 |
30 |
Gestione eventi
Vita della comunità
Newsletter
Login
L'Eucarestia
Ai suoi discepoli riuniti per l’ultima cena Gesù disse: «Fate questo come mio memoriale». Obbedendo alle sue parole da duemila anni i cristiani continuano a ricordarsi, nella loro liturgia, il dono della vita che Gesù ha fatto. La celebrazione dell’Eucaristia guarda verso il passato e lo mantiene presente come una sorgente della vita che continua in seno alla comunità cristiana. Però questa celebrazione è molto di più di un semplice ricordo di cose che accaddero molto tempo fa. La parola «memoriale» non indica un atto della memoria umana per salvare dall’oblio un evento del passato, piuttosto esprime il fatto che, nell’adorazione e nel culto del suo popolo, è Dio che mantiene vivo nel presente le sue «meraviglie» passate, in altri termini i suoi potenti atti di misericordia e di salvezza. A maggior ragione, poiché Gesù è risorto dai morti e dunque vivo per sempre, la sua presenza non viene mai meno in seno alla comunità dei discepoli,
è presente come il Crocifisso che è allo stesso tempo il Risorto, realtà meravigliosamente espressa nel libro dell’Apocalisse con l’immagine «dell’agnello sgozzato e in piedi». Questa presenza trova il suo punto culminante nell’Eucaristia, dove i credenti entrano in comunione con il Cristo nel suo passaggio dalla morte alla vita. E come il mistero pasquale sfocia nel dono dello Spirito «senza misura» (vedi Giovanni 3,34), l’Eucaristia è anche la presenza del Risorto che oggi ci raduna attorno alla sua mensa per inviarci come suoi testimoni sulle strade del mondo. Negli Atti degli Apostoli, la vita dei primi cristiani ha due aspetti che esprimono il battito del suo cuore: talvolta sono riuniti in unità, altre volte sono inviati a loro volta verso gli altri per esprimere e per invitare a una comunione più ampia. La celebrazione dell’Eucaristia include queste due dimensioni di chiamata e invio, di raduno e missione. Infine, l’Eucaristia è un anticipo del grande banchetto celeste dove tutti i popoli formeranno una sola famiglia in Dio. Durante la sua ultima cena Gesù non ha forse detto: «Non mangerò più [questa Pasqua] finché essa non si compia nel Regno di Dio»? Rappresentando questo futuro assoluto, la liturgia, «memoria d’avvenire», è lì per darci sulla terra un assaggio della gioia di Dio. Così la celebrazione dell’Eucaristia unisce passato, presente e futuro in un gesto di una semplicità disarmante che alimenta il nostro pellegrinaggio al seguito di Cristo, proprio come un tempo fu la manna celeste per il popolo
d’Israele nel deserto.
Lettera da Taizé